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Mitologia e cultura giapponese


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Mi sembrava doveroso aprire un topic , dove si discute di tutti i miti e le leggende giapponesi , parte molto importante e quanto meno fantastica , dato il numero di storie. Credo che infondo è anche grazie a queste leggende e storie che i migliori manga sono giapponesi . Esempio di come la cultura possa influenzare un manga è quello di naruto , visto tutti i riferimenti che Kishimoto usa per continuare il manga, come per i tengu : Tsukuyomi , Amateratsu , Susano ( comprese le sue armi anche loro parte della mitologia che si nasconde dietro queste 3 divinità ).

 

Ora potete postare leggende che vi piacciono e di cui volete discutere ( e vi ringrazierei in quanto sono sempre alla ricerca di nuove storie ) o dire semplicemente la vostra. ^^

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bhè in effetti i manga sono permeati di fatti mitologici, so due esempi:

il primo è quello di alcuni bijuu che rappresentano alcune divinità giapponesi, in particolare il bijuu dalle 8 e nove code sono molto ricorrenti...

il secondo è quello degli shinigami, i famosi dei della morte, che in giappone si crede che ci siano questi spiriti che conducono le anime pie nel paradiso e le anime dannate nell'inferno.... davvero bello :capo:

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Già .. chissà xkè noi non abbiamo di queste leggende .. certo abbiamo la nostra storia e non lo si pu negare , xò non ha lo stesso fascino.

La cosa che più mi piace sono le varie leggende sui draghi , queste però sono in parte condivise dalla cina, in molte cose sono affini ..

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Già .. chissà xkè noi non abbiamo di queste leggende .. certo abbiamo la nostra storia e non lo si pu negare , xò non ha lo stesso fascino.

La cosa che più mi piace sono le varie leggende sui draghi , queste però sono in parte condivise dalla cina, in molte cose sono affini ..

 

Tutti i nostri riti e tradizioni più belle, cioè quelle pagane, sono state eliminate e sostituite dalla chiesa, durante il periodo del concili di trento, del 1550(circa), altrimenti daremmo molto filo da torcere al Giappone secondo me. :asd: :asd:

Le leggende giapponesi e le loro tradizioni sono molto belle, soprattutto perchè noi le vediamo e sentiamo nominare nei manga e negli anime, comunque credo che esista anche un libro che ne raccolga molte, io sarei interessanto soporattuto ai proverbi giapponesi e alla loro nascita, ne sapete qualcuno?

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Già .. chissà xkè noi non abbiamo di queste leggende .. certo abbiamo la nostra storia e non lo si pu negare , xò non ha lo stesso fascino.

La cosa che più mi piace sono le varie leggende sui draghi , queste però sono in parte condivise dalla cina, in molte cose sono affini ..

 

Tutti i nostri riti e tradizioni più belle, cioè quelle pagane, sono state eliminate e sostituite dalla chiesa, durante il periodo del concili di trento, del 1550(circa), altrimenti daremmo molto filo da torcere al Giappone secondo me. :asd: :asd:

Le leggende giapponesi e le loro tradizioni sono molto belle, soprattutto perchè noi le vediamo e sentiamo nominare nei manga e negli anime, comunque credo che esista anche un libro che ne raccolga molte, io sarei interessanto soporattuto ai proverbi giapponesi e alla loro nascita, ne sapete qualcuno?

tipo

 

nn mangiare prima di dormire o ti trasformerai in un toro

quando passi davanti ad un cimitero nascondi i pollici

non tagliarti le unghie di notte

 

per chi lo ha visto da xxx holic

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  • 2 weeks later...

Proverbi giapponesi:

Alla porta di chi ride, fortuna giunge.

Anche un viaggio di mille leghe comincia con un passo.

Il chiodo che sporge va preso a martellate.

La forza di volontà attraversa anche le rocce.

Anche le scimmie cadono dagli alberi. (questa vorrebe dire che nessuno è perfetto, da l'idea,no?)

quando me ne ricordo altri ve li posto.

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I draghi sono un'aspetto interessantissimo dell'Europa. In Cina(I grandi imperatori!) e in Giappone (I Ryuu con 3 dita! *.*) sono considerati come divinità più o meno favorevoli, in Europa invece come mostri/animali di volontà propria ma per il 99% distruttivo o comunque negativo(avvelenatori dei pozzi, sputa-fuoco, predatori di greggi).

I draghi sono possibilmente uccisi con forza o col inganno.

Se poi cercate il mito del Basilisco troverete una storia interessantissima sulla sua evoluzione.

Ahima di miti 100% Italiani di interessamento a questo punto non ne conosco..

E' questo il motivo per cui il Giappone ci affascina.. qualcosa di primitivo e superiore XD

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  • 2 weeks later...
Già .. chissà xkè noi non abbiamo di queste leggende .. certo

Tutti i nostri riti e tradizioni più belle, cioè quelle pagane, sono state eliminate e sostituite dalla chiesa, durante il periodo del concili di trento, del 1550(circa), altrimenti daremmo molto filo da torcere al Giappone secondo me. :asd: :asd:

bè c'è da dire che comunque la situazione storica italiana non si può lontanamente paragonare a quella giapponese.il popolo giapponese ha sempre avuto delle origini comuni e non ha avuto nessuno stravolgimento religioso o influenze nel proprio territorio di altri popoli per cui le leggende sono state sempre quelle.pensa invece all'italia che dopo la caduta dell'impero romano è stata dominata da molte popolazioni anche in territori diversi.per cui tante leggende pagane si sono anche eliminate da sole grazie al tempo.e pensa ancora alle leggende della mitologia greca e perchè anche no all'iliade e all'odissea che non hanno nulla da invidiare alle leggende dei jappo.

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Devo confermare che Okami è un videogame davvero spettacolare per coloro che amano la mitologia e le divinità giapponesi... è anche bello perchè molto diverso dai soliti giochi di ruolo!

 

Cmq se si vogliono trovare delle storie-leggende simili a quelle giapponesi bisogna riscoprire quelle popolari legate al dialetto e alle piccole comunità fuori dalla città...ho letto "Fiabe italiane" di Italo Calvino e quella è una bella raccolta che mostra come anche noi italiani sappiamo inventare storie niente male..

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  • 4 months later...

Salve ragazzi :ciao: come molti di voi mi piace la cultura giapponese i miti,le leggende e tutto il resto :ride: e mi sono imbattuta su delle informazioni circa la "creazione del giappone" secondo la mitologia giapponese e vorrei raccontarvela per farvi leggere questa curiosa cosa molto interessante :XD:

Poichè comunque è un tantino lunga :gocciola: vi metto l'intro che servirà a capire da dove viente questa storia ^^ ma la storia la mettero sotto spoiler per gli spazi :gocciola:

 

Vorrei partire col dirvi che molte leggende e miti del Giappone in origine sono nate per giustificare la discendenza divina dei vari imperatori che si susseguivano ai troni perciò risulta davvero difficile cosa è “mito” o cosa “realtà” a questo proposito ci sono due libri antichissimi giapponese che narrano della mitologia giapponese e sono:

 

Il KOJIKI (cronaca degli antichi eventi)

Nasce dal progetto di un imperatore dal nome Tenmu, di mettere per iscritto i racconti che venivano tramandati oralmente. Si compone di tre volumi (MAKI) racconta generalmente della storia del Giappone e della famiglia imperiale (di cui vorrei parlarvene prossimamente XD) dal principio fino al regno dell’imperatrice SUIKO, le fonti del KOJIKI sono i varie cantastorie (kataribe) più documenti importanti come le cronache imperiali Il KOJIKI è scritto in antico giapponese e redatto in caratteri cinese.

 

Il NIHON SHOKI (annali del Giappone)

E’ stato scritto da un principe di nome Toneri che gli fu imposto dall’ordine imperiale. Si tratta di un libro di trenta volumi che parlano della nascita delle divinità fino al periodo in cui venne appunto scritto cioè alla stesura che risale appunto al (697 d.c.) circa.

E’ stato scritto in cinese classico e le sue fonti sono documenti antichissimi tipo le registrazioni di varie corti principalmente quella di Yamato.

 

Questi due libri trattano principalmente della stessa cosa con la differenza che quest’ultimo è stato creato e scritto per una sorta di concorrenza alle dinastie cinesi e sottolineare anche alcune discendenze divine di alcune famiglie imperiali, mentre il KOJIKI è più una raccolta di miti e credenze popolari.

Da quest’ultimo infatti si narra della nascita del Giappone

 

 

jp002.jpg(izanagi e izanami)

La mitologia giapponese racconta che all’origine vi erano tre grandissime divinita, che ebbero tantissimi figli,ma alla settima generazione nacquero IZANAGI(essenza maschile) e IZANAMI(essenza femminile)questi furono incaricati di popolare la terra, decisero quindi di scendere sulla terra e per farlo gli fu agevolata la discesa grazie ad un ponte (tutt’ora esistente nei pressi di kyoto ) che collegava appunto il cielo alla superficie e gli fu anche donata un alabarda(alabarda celeste della palude) che serviva appunto a scoprire se sotto di loro si trovasse acqua o terra allora affondarono questa alabarda , ritirandola verso di loro si accorsero che la punta di questa alabarda era bagnata da gocce, una delle quali ricadde e fu cosi che si formò la prima isola del Giappone “onogoro” dove le due divinità scesero per unirsi e generare altri figli; infatti crearono un palazzo e un pilastro.

IZANAMI e IZANAGI girarono attorno al pilastro ognuno nel verso opposto per creare dei figli, infatti ne nacquero due ma deformi che loro non reputarono divinità rifecero il rito che fu fruttuoso infatti crearono le “oyashima” cioè le otto grandi isole del Giappone

- AWAZI

- IYO (poi SHIKOKU)

- OGI

- TSUKUSI (poi KYUSHU)

- IKI

- TSUSHIMA

- SADO

- YAMATO (poi HONSHU)

 

IZANAMI però generando il dio del fuoco Kagututi, morì, quest’ultimo a sua volta mori per mano di IZANAGI che arrabbiato lo uccise. Izanagi però voleva recuperare Izanami dalla terra tenebrosa dei morti chiamata YOMI,ma ella non peteva tornare poiché già si era nutrita del cibo degli inferi, Izanagi però desiderava tanto rivederla e non voleva tornare fra i vivi senza averla rivista almeno una volta, allora prese il pettine con il quale Izanami si pettinava e ne creò una torcia, e ciò che Izanagi vide fu il corpo della dea decomposto e colmo di vermi,allora Izanagi scappò terrificato abbandonando la moglie nella terra di YOMI tappando l’uscita con un enorme masso.

Izanami furibonda per essere stata abbandonata dal marito gli urlò che avrebbe ucciso ogni giorno 1000 persone viventi e Izanagi risposte che avrebbe dato vita allora a 1500 persone. E fu cosi che nacque la morte, generata dall’ira di Izanami.

Izanagi tornato dal mondo dei morti andò a purificarsi lavandosi il viso nel mare e si crearono tre nuove divinità dall’occhio sinistro nacque “Amaterasu”(divinità del sole) dall’occhio destro “Tsukiyomi” (divinità della luna) mentre dal suo naso nacque “Susanoh”(divinità del vento e della tempesta)

Le divinità Amaterasu e Susanoh furone le due divinità che ebbero problemi e litigi fra loro infatti la dea Amaterasu che viveva nella terra di YAMATO(antichissimo nome del Giappone) dove si dice che essa abbia inviato i suoi discendenti a regnare in quella terra(yamato), un giorno ricevette una visita del fratello Susanoh che dalla fretta generò una tempesta costringendo tutti gli esseri a nascondersi dalla paura, anche la dea ebbe paura e fu per questo che per precauzione si presentò dal fratello con arco e frecce ma rimase stupita poiché il fratello era venuto in pace, e per darle la dimostrazione le propose di avere dei figli e lei acconsenti.La dea prese la spada del fratello, la spezzò in tre pezzi e la mangiò, dalla sua bocca usci una nebbia luminosa che generò tre dee, Susanoh allora chiese alla sorella i gioielli che indossava li spesso fra i denti soffiò una nebbia luminosa che generò cinque dei, Susanho era fiero della sua potenza che inizio a vantarsi della sua onnipotenza che perse il controllo di sé distruggendo ogni cosa poco dopo si ripresentò ad Amaterasu gettandole ai piedi il cadavere del suo cavallo e sull’arcione (la parte alta della sella, a forma di arco) c’era scritto “Le cose non sono sempre bianche o nere come sembrano” la dea Amaterasu terrificata da questo, si rifugiò in una caverna, facendo sprofondare il mondo nell’oscurità Fu cosi allora che le altre ottantamila divinità si riunirono per cercare una soluzione il dio dell’astuzia “Taka-mi-musubi” ebbe la soluzion “Ama-no-uzeme” si mise a ballare e gli altri dei iniziarono a festeggiare portando dei galli che cantassero alla sua uscita. Le divinità danzavano, si divertivano e bevevano nella speranza che la dea fosse attirata dalla gioia della festa, uno degli dei si appostò appena fuori dalla caverna con un grande specchio; Infatti la dea venne attratta dalle risate e dalla gioia che uscì dalla caverna emanando un raggio di luce chiamato appunto “alba” e la dea rimase affascinata da ciò che vide, cioè lei riflessa allo specchio,un immagine splendente e radiosa, allora decise di tornare ad illuminare il Giappone e il mondo.

Dopo questa vicenda comunque i due tornarono nel regno celeste e si riappacificarono ed ebbero altri figli tra cui uno che fu incaricato dai genitori di portare in Giappone uno specchio dei gioielli e una spada, che sarebbero appunto gli oggetti sacri di queste divinità che divennero poi i simboli del Giappone imperiale.

Il primo imperatore discendente da queste divinità fu Jimmu Tenno che fu il fondatore del regno Yamato.

 

penso che sia una bellissima storia :XD: volevo farvela conoscere per chi non la sapesse :XD:

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Davvero una storia bella. Comunque penso che alla gente piacciano queste cose perchè le legge nei manga; se aveste letto di amaterasu o tsukuyomi senza conoscere naruto non penso vi avrebbe affascinato allo stesso modo, o per lo meno ad una parte -bella grossa- di voi.

Comunque va riconosciuto che la tradizione giapponese è molto interessante.

Come ha detto minimad, la mitologia greca non ha niente da invidiare a quella giapponese, anzi è più ricca sia in termini storici sia avventurosi; parlo non conoscendo molto della mitologia nipponica, però la penso lo stesso così.

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Davvero una storia bella. Comunque penso che alla gente piacciano queste cose perchè le legge nei manga; se aveste letto di amaterasu o tsukuyomi senza conoscere naruto non penso vi avrebbe affascinato allo stesso modo, o per lo meno ad una parte -bella grossa- di voi.

Comunque va riconosciuto che la tradizione giapponese è molto interessante.

Come ha detto minimad, la mitologia greca non ha niente da invidiare a quella giapponese, anzi è più ricca sia in termini storici sia avventurosi; parlo non conoscendo molto della mitologia nipponica, però la penso lo stesso così.

 

:XD: bhe per quanto riguarda me io sono un appassionata dell' "orientale" da molto prima di conoscere i manga :XD: sono sempre stata affascinata dal mondo cinese e giapponese dal coreano allìidiano ecc ecc (tanto da esserne stata influenzata nell'abbigliamento :gocciola: ) è anche vero e non bisogna negarlo che alcune cose le ho sentite per la prima volta in dei manga dai quali poi io ho approfondito, questo è verissimo perciò concordo in parte con te ;).Per quanto riguarda la mitologia greca, alcune credenze mitologiche giapponesi ,addirittura, proverrebbero appunto dalla mitologia greca :XD: e per quanto ne so io (che ancora è poco :shifty: ) il giappone ha sofferto un nichilino di gelosia e invidia sulle culture e mitologia di altre nazioni :XD: per esempio con la cina, hanno tantissime cose in comune poichè il giappone ha sentito l'esigenza di dover creare anche un confronto con essa :mhmm: ma questo non toglie il fatto che il giappone ha creato miti e credenze uniche nel suo genere ed affascina parecchio..poi ovvio che, credo che possano pensarla in modo diverso un'altre persone, che magari vanno matte per la cina o la grecia o l'india ecc ecc :) credo che poi il livello di interesse su una determinata nazione ne determini la passione ecc :XD:

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DolceCucciola non mi riferivo a te in modo particolare^^, comunque anche io concordo in parte con te sul livello di interesse per una nazione da cui scaturisce una certa passione XD. Comunque vabè, ovviamente il giappone ha una bella tradizione, mitologia, costumi e non lo nega nessuno^^.

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  • 11 months later...

Spesso nei manga troviamo citazioni di favole e fiabe sicuramente molto famose in Oriente, ma quasi sempre sconosciute da noi...posso proporvene alcune se vi piace l'idea

 

Questp post spiega parecchie cosette su Naruto se vi piace

 

 

 

Susanoo e Orochi

 

Leggenda giapponese

 

Susanoo, esiliato dal Cielo, giunse nella provincia di Izumo. Dopo poco tempo incontrò un uomo anziano e sua moglie, piangenti assieme alla loro figlia. L'anziana coppia spiegò che avevano all'inizio otto figlie, che furono divorate però una ad una, ogni anno, dal drago chiamato Yamata-no-Orochi ("Il serpente otto-forcuto"). Il terribile drago aveva otto teste ed otto code. Ed ora, Kusinada (o Kushinada-Hime, "principessa della risaia") era l'ultima rimasta delle otto figlie.

Susanoo, che ben conosceva la relazione della coppia con la dea del sole Amaterasu, sua sorella, offrì loro il suo aiuto in cambio della mano della loro magnifica figlia. I genitori accettarono e Susanoo trasformò Kushinada in un pettine, nascondendola in modo sicuro fra i suoi capelli. Ordinò poi che fosse costruita una staccionata attorno alla casa, con otto cancelli, otto tavoli ad ogni cancello, ed otto fiaschi su ogni tavolo, ognuno riempito con vino di riso fermentato otto volte.

Orochi arrivò, e fu attirato dal vino; lo bevve, e con suo stupore fu ucciso da Susanoo. Un fiume vicino divenne rosso per il sangue del drago ucciso. Mentre Susanoo tagliava il drago a pezzettini, trovò all'interno di una delle code un'eccezionale spada, che il dio non era stato in grado di tagliare con la sua. La spada venne successivamente portata ad Amaterasu. A causa della spada (che è una dei leggendari tesori) questa leggenda si lega a un'altra: Regalità, Conoscenza e Forza.

 

 

Regalità, Conoscenza e Forza.

 

Leggenda giapponese

 

 

 

Amaterasu ordinò al suo nipote Ninigi di regnare sulla Terra. E gli donò i Tre Sacri Tesori:

• il monile Magatama, del Yasakani no magatama;

• lo specchio di bronzo del Yata no kagami ;

• la spada Kusanagi.

I primi due vennero realizzati per trarre Amaterasu fuori dalla grotta Amano-Iwato; l'ultimo fu trovato da Susanoo nell'Orochi, l' Idra" dalle otto teste. Di questi tre, lo specchio è anche il simbolo di Amaterasu. I tre oggetti insieme costituiscono le Insegne imperiali del Giappone.

Ninigi e la sua compagnìa andarono sulla Terra e giunsero a Himuka, quindi fondò il suo palazzo. Ninigi incontrò la principessa Konohana-sakuya (incarnazione dei fiori), figlia di Yamatumi (maestro delle montagne), e s'innamorarono. Ninigi chiese a Yamatumi la mano della figlia; questi ne fu ben felice, e gli offrì entrambe le figlie, Iwanaga (incarnazione delle rocce) e Sakuya. Ma Ninigi sposò solamente Sakuya, e rifiutò Iwanaga.

"Iwanaga ha il dono dell'immortalità, mentre Sakuya quello della prosperità", disse dispiaciuto Yamatumi. "Rifiutando Iwanaga, la tua vita sarà d'ora in poi mortale". A causa di ciò, Ninigi ed i suoi discendenti furono mortali.

Una notte, Sakuya rimase incinta, e Ninigi dubitò che fosse lui il responsabile. Per provare che il figlio fosse legittimo, Sakuya fece un giuramento sulla sua stessa vita: avrebbe appiccato il fuoco alla sua stanza una volta partoriti i suoi tre bambini. Così, Ninigi verificò la sua castità. I nomi dei tre neonati furono Hoderi, Hosuseri, e Howori.

Hoderi si guadagnò da vivere pescando in mare, mentre suo fratello Howori fece il cacciatore nelle montagne. Un giorno, Howori chiese a suo fratello di scambiare i loro ruoli per un giorno. Howori provò quindi a pescare, ma non riusciva a prendere molti pesci, e ciò che era peggio, perse l'amo che aveva preso in prestito dal fratello. Hoderi, spietato, lo incolpò e non accettò le scuse del fratello.

Mentre Howori era seduto in spiaggia, assai perplesso, Shihotuti gli disse di prendere la nave chiamata Manasikatuma e andare ovunque andasse la corrente. Seguendo il suo consiglio, Howori raggiunse la casa di Watatumi (maestro dei mari). Qui conobbe Toyotama, la figlia di Watatumi, e la sposò. Dopo tre anni di matrimonio, si ricordò di suo fratello e dell'amo, così ne parlò a Watatumi.

Questi trovò presto l'amo nella gola di un'abramide e lo porse a Howori. Watatumi gli diede anche due sfere magiche, la Sihomitutama, che poteva generare l'alta marea, e la Sihohirutama, che poteva invece generare la bassa marea; e così lo mandò in terraferma, assieme a sua moglie.

Mentre Toyotama stava partorendo, chiese a Howori di non guardare il parto. Ma questi, pieno di curiosità, diede una sbirciata, e vide la moglie trasformarsi in uno squalo nel momento in cui suo figlio, Ugaya, era nato. Conscia di ciò, Toyotama scomparve in mare e non tornò, ma affidò alla sorella Tamayori la passione per Howori.

Ugaya sposò sua zia Tamayori ed ebbe cinque figli, fra cui Ituse e Yamatobiko.

 

Il Mito della Creazione

 

Leggenda giapponese

 

 

Le prime divinità diedero alla luce due esseri divini, l'essenza maschile Izanagi e l'essenza femminile Izanami, che incaricarono di creare la prima terra. Per aiutarli in tale compito, venne loro donata un'alabarda ingioiellata, chiamata Amanonuhoko (Albarda Celeste della Palude). Le due divinità andarono quindi al ponte che collegava cielo e terra, l'Amenoukihashi (Ponte Fluttuante del Cielo), e mescolarono il mare sottostante con l'alabarda. Quando alcune gocce di acqua salata precipitarono da questa, si trasformarono nell'isola di Onogoro. Izanami e Izanagi scesero dal ponte del cielo e realizzarono la loro dimora sull'isola. Vollero infine avere dei figli, così eressero un pilastro (chiamato Amenomihashira) e attorno ad esso costruirono un palazzo (chiamato Yahirodono, "La sala dall'area di 8 braccia di lunghezza"). Izanagi e Izanami girarono attorno al pilastro in direzione opposta l'uno all'altra, e quando si incontrarono sull'altro lato Izanami, la divinità femminile, salutò per prima Izanagi, la divinità maschile. Questi pensò che ciò non fosse corretto, ma si coricarono assieme comunque. Ebbero due bambini, Hiruko ("bambino debole") e Awashima ("isola pallida"); ma erano malformati e non sono considerati divinità.

Izanagi e Izanami misero i bambini in una barca e li lasciarono andare in mare aperto, pregando dunque gli altri dei che fosse data loro una spiegazione per ciò che avevano fatto di sbagliato. Venne loro detto che la divinità maschile avrebbe dovuto salutare per prima quella femminile durante la cerimonia, mentre era avvenuto il contrario. Così Izanagi e Izanami ritornarono al pilastro, e vi rigirarono intorno, e questa volta quando s'incontrarono fu Izanagi a parlare per primo e la loro unione fu fruttuosa.

Dalla loro unione nacquero le Ōyashima, cioè le otto grandi isole del Giappone:

Generarono in seguito sei ulteriori isole e molte divinità. Izanami, tuttavia, morì dando alla luce il figlio Kagututi (incarnazione del fuoco) o Ho-Masubi (causa prima del fuoco). Venne sepolta sul monte Hiba, al confine delle antiche province di Izumo e Hoki, vicino l'odierna Yasugi della Prefettura di Shimane. Incollerito, Izanagi uccise Kagututi, dalla qual morte vennero generate dozzine di altre divinità.

Gli dei nati da Izanagi e Izanami sono i simboli di importanti aspetti naturali e culturali, ma sono troppi per essere qui menzionati. Un esempio di conseguenza sulla cultura nipponica è, comunque, il fatto che (nel mito) fu necessario che la divinità maschile Izanagi assumesse la posizione di "guida", mentre la divinità femminile Izanami dovette essere di "seconda posizione". Ciò portò in Giappone alla concezione di un'implicita discriminazione nei confronti del genere femminile.

 

 

 

Yomi, l'oscura terra dei mondi

 

Leggenda giapponese

 

zanagi pianse la morte di Izanami ed intraprese un viaggio verso Yomi, "La terra tenebrosa dei morti". Izanagi trovò poche differenze fra Yomi e la terra superiore, eccetto l'eterna oscurità. Comunque, questa tenebra soffocante era sufficiente per farlo soffrire, in mancanza della luce e della vita del mondo superiore. Cercò rapidamente Izanami e la trovò. Dapprima, Izanagi non poteva vederla affatto a causa delle ombre che celavano la sua figura. Ciononostante, le chiese di tornare con lui. Izanami gli parlò, informandolo che era ormai troppo tardi: ella aveva infatti già mangiato il cibo degli Inferi ed ora faceva parte della Terra dei Morti. Non poteva più ritornare fra i viventi.

Izanagi rimase interdetto all'udire questa notizia ma rifiutò di sottomettersi al suo desiderio di essere lasciata nell'oscuro abbraccio di Yomi. Così, mentre Izanami dormiva, prese il pettine che legava i lunghi capelli dell'amata e lo accese come una torcia. Sotto l'improvvisa fiamma luminosa, Izanagi vide l'orripilante figura dell'un tempo bella e graziosa Izanami: era ora un corpo di carne devastata dalla decomposizione, pieno di larve ed altre creature abominevoli che vi camminavano sopra.

Urlando, Izanagi non poté più controllare la sua paura e cominciò a correre, volendo ritornare fra i viventi ed abbandonare sua moglie, morta e disgustosa. Ma Izanami, gridando indignata, si erse dalla terra e prese ad inseguire il consorte. Anche delle shikome, specie di "arpie" o "furie", incaricate da Izanami di riportarlo indietro, cominciarono a rincorrere Izanagi.

Pensando velocemente a cosa potesse fare, Izanagi gettò a terra il suo cappello, che si trasformò in un grappolo d'uva nera. Le shikome vi si inciamparono ma continuarono l'inseguimento. Dopo, Izanagi lanciò a terra il pettine che divenne un cespuglio di canne di bambù. A questo punto le creature del mondo di Yomi iniziarono ad inseguirlo, ma Izanagi urinò contro un albero, formando un grande fiume che gli diede del vantaggio. Sfortunatamente, continuarono ad inseguire Izanagi, costringendolo a gettar loro addosso delle pesche. Sapeva che ciò non li avrebbe rallentati a lungo, ma era quasi libero, ché il confine del mondo di Yomi era ormai vicinissimo.

Izanagi sgusciò fuori dall'entrata e veloce spinse una grossa roccia a tappare la bocca della caverna, che era poi l'ingresso a Yomi. Izanami gridò da dietro questa impenetrabile barriera e disse ad Izanagi che, qualora l'avesse abbandonata, avrebbe ucciso 1000 persone viventi ogni giorno. Ma lui rispose furiosamente che in tal caso avrebbe dato la vita a 1500 persone viventi ogni giorno!

E così iniziò l'esistenza della Morte, provocata dalle mani dell'irata Izanami, la moglie che Izanagi aveva abbandonato.

Come ci si potrebbe aspettare, Izanagi andò subito a purificarsi dopo la sua discesa nel mondo di Yomi. Mentre si svestva, e rimuoveva tutti gli ornamenti dal suo corpo, ogni oggetto che gettava a terra si trasformava in una nuova divinità. E ancora più dei nacquero quando andò a lavarsi in acqua. I più importanti si crearono una volta che Izanagi lavò la sua faccia:

• Amaterasu (l'incarnazione del Sole) dal suo occhio sinistro;

• Tsukiyomi (l'incarnazione della Luna) dal suo occhio destro;

• Susanoo (l'incarnazione del Vento e della Tempesta) dal suo naso.

Izanagi stabilì che il mondo venisse diviso fra loro: ad Amaterasu andò il Cielo, a Tsukiyomi la notte e la Luna, e a Susanoo i mari.

 

 

La dea del sole e il dio delle tempeste

Leggenda giapponese

 

Susano-O e Amaterasu erano fratello e sorella ed erano anche marito e moglie. Come che sia, una cosa è certa: non andavano d’accordo, neppure sulle minime cose, e non potevano stare insieme a lungo senza litigare. Per di più fra di loro c’era un legame che li costringeva a stare spesso vicini. Questa è la storia di uno dei loro incontri/scontri.

 

Bisogna sapere innanzitutto che Amaterasu, era la dea del sole, che governava la pianura del cielo. Il suo nome completo è Ama-terasu-ō-mi-kami e significa “la grande dea che brilla nei cieli”. Era nata dall’occhio sinistro del dio primordiale Izanagi mentre questi si stava purificando in un fiume e aveva ricevuto il governo dell’Alta Pianura Celeste (Takamagahara). Quando mostrava la sua dolce bellezza insieme alla sua potenza, irraggiava forza vitale e speranza sulla terra del Giappone e su tutto il mondo.

Susano-O, invece, era il dio dei venti e delle tempeste, audace, ma anche vivace e impulsivo, colui che liberava i sentimenti repressi agitando le cose quando diventavano troppo monotone. La gente lo invocava quando aveva bisogno che le cose cambiassero e lo chiamava familiarmente “il maschio impetuoso” perché gli piaceva muoversi velocemente, creando confusione e rumore dovunque passava.

Si racconta che un giorno Susano-O si recò nel regno celeste per far visita alla sorella e passare un certo periodo crogiolandosi alla sua luce e al suo calore. Per la fretta di vedere Amaterasu, Susano-O si mosse attraverso il cielo con un crepitio di tuono, scuotendo le montagne e i fiumi e costringendo tutti gli esseri viventi a nascondersi. La notte sembrava piena di furie scatenate che imperversavano come un nero velluto da ogni parte del cielo.

Perfino Amaterasu si spaventò e decise di prendere qualche precauzione per quando avrebbe dovuto incontrarsi con lui. Andò infatti a salutarlo con una faretra legata al fianco e un arco in mano.

“Perché turbi la pace del mio regno, Susano-O?” gli chiese “Sono sicura che hai più che abbastanza da fare nel tuo regno”. E lo guardò con un’aria sprezzante attraverso la corda del suo arco. Non si era certo dimenticata il loro ultimo litigio e sperava che mostrando una faccia dura sarebbe riuscita a tenerlo a bada.

Pur non trovando in lei quel ritratto di amore fraterno che aveva sperato, Susano-O rispose nel modo più cerimonioso: “Mia radiosa e splendida sorella, spero che tu non sia offesa. Tutto ciò che desidero è la tua calda compagnia, uno sguardo dei tuoi amabili occhi e qualche gradevole parola”.

La risposta le piacque, ma conosceva bene il fratello e voleva qualche prova in più delle sue buone intenzioni. Allora Susano-O propose di creare dei figli che governassero con saggezza ed espresse la speranza che Amaterasu si rendesse conto che il suo cuore era colmo di buone intenzioni e che gli avrebbe permesso di rimanere con lei.

Amaterasu acconsentì. Prese la spada del fratello, la spezzò in tre pezzi e dopo avere masticato i pezzi per molti giorni e molte notti, soffiò dalla bocca una nebbia luminosa da cui nacquero tre dee più belle di qualsiasi altra dea... ad eccezione di Amaterasu, naturalmente.

Susano-O, a sua volta, chiese alla sorella i cinque gioielli che portava indosso, e dopo averli spezzati fra i denti, soffiò dalla bocca una nebbia luminosa da cui nacquero cinque dèi più potenti di qualsiasi altro dio... ad eccezione di Susano-O, naturalmente.

Benché avesse creato quei cinque dèi dai gioielli di Amaterasu, Susano-O si compiacque moltissimo con se stesso e cominciò a saltare tutto intorno vantandosi della propria onnipotenza, mossa poco saggia anche per un dio. Quando Amaterasu gli ricordò che gli dèi erano stati creati dai suoi gioielli, Susano-O divenne furibondo: perché, le chiese, non lo apprezzava?

Perdendo ogni controllo di sé, lasciò liberi i venti e la pioggia che teneva sotto le braccia e distrusse i campi di riso che Amaterasu curava con amore, riempì di fango i suoi preziosi canali d’irrigazione e, come se non bastasse, depositò fango e letame nei suoi templi!

Era proprio il genere di comportamento che Amaterasu si aspettava dal fratello, ma all’inizio cercò di giustificarlo: “È fatto così, non riesce proprio a cambiare”, pensò. Era nella sua natura saltare dappertutto portando il caos dovunque si girasse.

Disgraziatamente la compassione di Amaterasu servì solo a peggiorare le cose. Era come se qualche demone dentro di lui guidasse Susano-O a compiere azioni sempre più cattive, tanto per vedere fino a che punto avrebbe potuto provocare quella dea così radiosa e così disgustosamente calma, riuscendo a farle abbandonare il suo carattere tranquillo e a farla diventare come lui, una vera sorella finalmente!

Amaterasu, dal canto suo, stava cominciando decisamente a perdere la pazienza. Nel suo cuore era nato un sentimento di rancore: avesse potuto sbarazzarsi di lui una volta per tutte! Quel fratello era cattivo dalla testa ai piedi, il diavolo in persona... non riusciva a ricordare un solo lato positivo, un solo momento felice insieme con lui.

Chiese agli dèi perché mai avessero mandato un fratello così fastidioso a tormentarla... ma non ricevette alcuna risposta.

Un giorno Amaterasu stava approfittando di un breve momento di tranquillità per tessere i suoi vestiti da dea nella propria camera.

Proprio in quel momento Susano-O decise di mandare un ultimo messaggio alla sorella. Benché avesse tentato di farsi perdonare e di accettare le sue scuse, lei aveva sempre rifiutato. Bene, questo avrebbe dovuto smuoverla un po’... Scuoiò il Cavallo Pezzato del Cielo, appartenente ad Amaterasu, fece un buco nel tetto della casa e gettò il cavallo morto al centro del cerchio di donne che stavano filando. Sull’arcione del cavallo c’era una scritta che diceva: “Le cose non sono sempre bianche o nere come sembrano”.

Questo evento spaventoso fece sì che una delle più vecchie amiche di Amaterasu cadesse morta ai suoi piedi, e Amaterasu, stanca ed esaurita per le recenti tempeste, non riuscì a pensare ad altro che a scappare via. Corse più lontano che poté fino a una grotta in un angolo tranquillo del cielo e bloccò l’ingresso con un macigno. Basta con i litigi!

E così il mondo piombò nell’oscurità e nessuno riuscì a convincere Amaterasu a uscire. La gente aveva perso la sua madre radiosa e sedeva raggomitolata nelle case, svogliata e senza speranza. Senza la luce del regno di Amaterasu non potevano vedere la propria forza e così avevano perso la volontà di andare avanti. Il mondo cominciò a inaridirsi e a morire. Dèmoni e spettri scorrazzavano liberi tra le tenebre.

Quando le cose cominciarono a sembrare ancora più nere della notte, gli ottantamila dèi si riunirono nella “Pianura bianca come il latte” (la Via Lattea) e cominciarono a domandarsi come fare per richiamare indietro Amaterasu in modo che il mondo non rimanesse per sempre privo della sua luce.

Interrogarono Taka-mi-Musubi (“colui che accumula il pensiero”), dio dell’astuzia. Questi propose di radunare dei galli dalle piume colorate e scintillanti perché cantassero all’alba davanti alla grotta. Poi disse agli dèi di far forgiare un enorme specchio di metallo e di appenderlo davanti all’ingresso della grotta.

Alla fine la dea Ama-no-Uzume, dea della gioia, della felicità e della buona salute, guardiana dei misteri del monte sacro di Kagu, si fece avanti e aggiunse un’idea tutta sua.

Si spogliò e si adornò accuratamente con foglie di bambù e di altre piante. Poi, salita su un tino capovolto davanti all’ingresso della grotta, cominciò a danzare. E che danza! Batteva con i piedi sul tino come un tamburo e agitava i fianchi con movimenti sinuosi delle braccia e delle gambe, imitando la nascita della nuova vita. Tutti gli ottantamila dèi lanciavano urla e risate di gioia e di approvazione. Alla luce di migliaia di torce i galli cominciarono a cantare forte tutti insieme.

Amaterasu fu sorpresa e incuriosita. Neppure durante il suo spiacevole incontro con Susano-O aveva sentito un frastuono del genere invadere il suo regno di pace. Cosa mai si stava perdendo? Alla fine, quando sentì le risate degli dèi, non riuscì più a resistere alla curiosità di dare un occhiata fuori dalla grotta. Inoltre era anche un bel po’ indispettita: perché erano tutti così allegri invece di rattristarsi per la sua assenza? possibile che fossero così felici senza di lei?

Come se ciò non bastasse, Uzume gridò in direzione della grotta che fra loro c’era una nuova dea ancora più bella di lei.

Alla curiosità e al dispetto si aggiunse anche la gelosia e Amaterasu decise di aprire uno spiraglio nella grotta per vedere cosa stava succedendo.

Gli dèi, che non erano più disposti a correre rischi con la loro sorella, avevano preparato un piccolo piano. Avevano chiesto al forzuto dio Taji-kawa-o di nascondersi vicino all’ingresso della grotta e di afferrare la mano di Amaterasu portandola lontana appena fosse apparsa.

Quando Amaterasu uscì lanciò uno sguardo nello specchio, vide l’immagine del suo splendore e dimenticò tutte le sue pene e i suoi timori, restando immobile a compiacersi di tanta bellezza.

Questo permise a Taji-kawa-o di afferrarle la mano, ma ormai non era più necessario: vedendosi per la prima volta dopo tanto tempo, Amaterasu prese la decisione irrevocabile di compiere da allora e per sempre il suo dovere nella Pianura Celeste.

Fece immediatamente ritorno al suo palazzo e promise solennemente che non si sarebbe mai più fatta spaventare di nuovo da una tempesta. Sulle soglie dei suoi templi furono appesi degli specchi in modo che tutti quelli che entravano o uscivano potessero guardare profondamente dentro di essi. Gli anziani raccontano che il popolo del Giappone e gli stessi dèi tornarono alle loro vite con gioia e coraggio rinnovati.

E Susano-O? Beh, dopo quello che aveva combinato meritava una bella punizione. Così gli tagliarono la barba, gli strapparono le unghie delle mani e dei piedi e lo mandarono in esilio sulla terra nel paese Yamato, dove compì imprese eroiche, ma questa è un’altra storia.

 

 

- Amaterasu, la dea del sole - amaterasu01.jpg

 

 

- Festa in onore di Amaterasu, per convincerla ad uscire dalla caverna - amaterasu04.jpg

 

- Amaterasu esce dalla caverna - amaterasu02.jpg

 

 

- Amaterasu e Susano-o (particolare del dipinto qua sopra) - amaterasu03.jpg

 

 

- Amaterasu e Uzume - amaterasu05.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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